(autoproduzione) Il duo Moonreflex è costituito da Jennifer Tarentini, voce, e Giuseppe Daggiano, musicista. La Tarentini è anche autrice, inoltre si occupa anche di video, mentre Daggiano al di là degli strumenti spazia anche nei software musicali e nell’ingegneria del suono. Questo album è costruito autonomamente dalla band e non rappresenta una produzione dalla resa esemplare, pur tuttavia è un prodotto chiaro nell’esprimere al meglio il concetto musicale dei Moonreflex. Undici pezzi dalle diverse identità, nei quali i capisaldi sono la voce di Jennifer Tarentini dallo stile soul, la chitarra di Daggiano e i ritmi artefatti. La title track e opener lascia pensare a uno stile tra l’electro pop-rock e l’industrial, mentre a seguente “Energy”, divisa in due parti, ha un lato rock, quasi hard & heavy. “Stronger” ha un ottimo riff, lacerante e tignoso, ma la struttura del brano appare povera e purtroppo il lato vocale è troppo penalizzato. Anche “Pacific Road” ha un suo imponente impianto chitarristico, eppure il suo lato ritmico è dannatamente artificiale e posto a un livello troppo sopra la chitarra. Jennifer Tarentini offre un contributo significativo quando può esprimere la sua voce in maniera fluida e senza essere obbligata a cantare in ‘maniera metal’, cioè avulse da certe andature e metriche, quindi a non andare lei dietro alla musica. “Predestinations of Souls” è il primo esempio che salta alla mente pensando all’estro e alla prestazione della cantante. I Disclosure nel proprio album emettono anche elementi crossover, come in “Humanity Force” che ricordano concettualmente cose dei Faith No More. In questa canzone – come anche nella precedente citata – il duo spazia bene tra le varie anime di stile e sviluppando al meglio le proprie caratteristiche, con la Terentini che gioca su una semi-rap cangiante e con Daggiano che sfodera uno dei suoi assoli migliori. Anche “Anywhere” e “Feeling” sono due pezzi che si guadagnano un premio alla menzione sugli undici totali. “Discolosure” è un album acerbo, probabilmente non convince anche a causa del missaggio il quale ha ‘colpa’ di tenere quelle basi ritmiche su un livello troppo elevato rispetto e soprattutto alla chitarra e in una certa misura anche della voce. Ad ogni modo tra la cantante e il chitarrista si sente la personalità e creatività dei musicisti che non sembrano affatto gli ultimi arrivati. Sia in fatto di canzoni sia dal punto di vista delle caratteristiche individuali. “Disclosure” con una produzione diversa avrebbe un peso artistico… diverso.

(Alberto Vitale) Voto: sv