(Dusktone) I sacerdoti del culto Morcolac sono alquanto laboriosi. Dal 2021 a oggi tre album e un EP. “Sanguinaria” è dunque l’ultima missiva di questo trio devoto al black metal con la sua eccezione symphonic. “Sanguinaria” è il black metal nella sua versione classica, con le tastiere che prendono spazio nella gamma sonora degli strumenti ma agghindano al meglio queste atmosfere tetre, nonché particolarmente barocche. La band, quanto la stessa etichetta, evidenzia la propria appartenenza stilistica alla scuola del black metal finlandese, nonostante nelle trame dei pezzi si sentano anche, ovviamente, i Cradle Of Filth degli esordi, quelli del ‘vampyric black metal’. Tuttavia le influenze o eventuali categorie di appartenenza non hanno davvero peso, l’approccio all’album resta di pura scoperta e c’è da confermare quanto i Morcolac esibiscano un black metal ‘narrante’. I pezzi sono percorsi dalle melodie tratteggiate dal riffing delle chitarre e non da meno dal supporto delle tastiere, c’è poi un buon arrangiamento che delinea le andature dei pezzi. “Sanguinaria” vive di atmosfere vivaci, melodie imponenti o con tratti delicati, riportando alla mente molte realtà del black metal anni ‘90 ma di forma underground. La band si rende piuttosto fruibile nella sua essenza, con un suonare semplice e spesso anche nei suoni delle tastiere dall’aspetto midi, le chitarre invece a volte sono abbassate in intensità, con il basso che ne guadagna e anche i tasti bianchi e neri. Pur lasciando alle sei corde il loro primato melodico, esistono passaggi dove le sei corde limitandosi al tremolo picking fine a sé stesso, diventano accompagnamento e il tutto però perde in mordente. “Sanguinaria” è melodicamente accattivante, forse meno nell’arrangiamento e rifinitura dei pezzi, soprattutto per il comparto chitarre.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10