(Heretic Visions Productions) La band tedesca di cui si parla in queste righe è autrice di un sound che, nel tempo, si è sviluppato attraverso forti influenze death metal e grindcore. Questo significa che i Mortal Agony sono autori di musica corpulenta, potente, brutale. Proprio l’aspetto della brutalità, della compatta violenza manifestata da “No Place To Hide” è quello che si pone in risalto più di ogni altra cosa. Eppure questo sound ha la sistematica cadenza a rallentare, a segnare il passo. Non mancano assolutamente i blast beats, come poterne fare a meno? Ma quante volte piantino violentemente i pezzi in una sorta di pantano assassino è impressionante.E’ possibile che questa scelta porrà la band di fronte ad una spaccatura, tra chi gradirà questo nuovo lavoro e chi no. Se l’idea era di rendere i pezzi meno “ottusi”, in parte ci son riusciti, ma la sensazione che si sia abusato a fratturare l’andatura dei pezzi è davvero notevole. Brani come “Prototype”, “NWO”, “Don’t Tread On Me”, ripropongono le tipiche ripartenze alla Napalm Death, le quali però appaiono scollate rispetto al death profondo e rivolto a singhiozzi al grindcore. Insomma, nei brani le diverse sequenze non sempre collimano. Per il resto i Mortal Agony sono il tipico esempio di un death-grind cadenzato, mastodontico e plasmato con rozza attitudine. Dal vivo ci sarebbe da farsi male con questi. La riflessione finale è che nell’insieme e per un gusto sommariamente personale, l’album ha un suo interesse, ma con la consapevolezza di alcuni difetti precedentemente elencati.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10