copMotherAugusta(autoproduzione) Un rombo di tuono in una giornata calda e soleggiata. Pioggia, grandine, temperatura che scende vertiginosamente. Questa è la sensazione che ho percepito ascoltando questo EP, debutto di Mother Augusta, one man band di Parma nata solo l’anno scorso. Di solito i primi lavori di ogni artista sono sporchi, crudi, pieni di ingenuità e privi di esperienza. E spesso sono cassette sgualcite, CD copiati o -nei tempi moderni- digitali anonimi. Se questa è la regola, Vinteren -la mente dietro Mother Augusta, anche bassista di Surge Assault e ex Satan Imperii- l’ha distrutta, annientata, cancellata. Resa vana. Quattro tracce di black metal carico di energia, dinamico, curato ma sempre deliziosamente putrefatto. Certo, non parliamo di innovazione, forse nemmeno voluta, ma il black di Mother Augusta è diretto, cadenzato, coinvolgente: morbosamente attraente! Linee vocali torturate annientano un riff e arrangiamenti lontani da sfuriate e blast beats spietati; qui tutto è riflessivo, intenso, introspettivo, questo black diffonde sentimenti oscuri e pieni di pessimismo, una non velata depressione, abbandono, solitudine. Il tutto senza cadere in territori ambient o elettronici, piuttosto offrendo una vaga direzione black’n’roll per l’impostazione di certe sonorità. Interessante il moniker: Augusta è infatti il nome della madre del serial killer americano Ed Gein, colei che sicuramente fu una figura chiave nello sviluppo deviato della mente estremamente perversa (letteralmente) dell’assassino. L’interesse per i serial killer è sicuramente una linfa assurdamente vitale per Vinteren, il quale riesce a materializzare ottime canzoni con lyrics molto valide e coinvolgenti, generando sensazioni di angoscia, fastidio, orrore, sofferenza, dolore mentale ed la totale ed assoluta negazione.

(Luca Zakk) Voto: 8/10