(Andromeda Relix) Dopo diversi anni di silenzio discografico, tornano i tarantini Mother Nature, band nata nel 1993, e fino al 2003 ha dimostrato di essere una delle più valide realtà italiane in ambito hard rock. Nel 2010, a sette anni dallo scioglimento, la formazione pugliese riprende l’attività live, componendo al contempo alcuni nuovi brani, sei dei quali sarebbero dovuti uscire nel 2016, ma per vari motivi, la pubblicazione è slittata. Li ritroviamo ora in forma smagliante, con la classe compositiva che da sempre li caratterizza, ed un album nuovo di zecca che si candida ad essere una delle uscite più interessanti nel genere degli ultimi anni. Hard rock di classe, che coniuga il blues elettrico dei Led Zeppelin, atmosfere southern rock e chitarre hendrixiane, il tutto riletto in chiave attuale. I nostri riescono pienamente nel tentativo di rifarsi alle sonorità dei seventies senza suonare retrò, grazie ad una produzione solida e potente, dal suono pieno, che mi ricorda qualcosa dei primissimi Pearl Jam. “Everything Will Follow” unisce il southern rock dei Lynyrd Skynyrd con trascinanti riffs riconducibili agli Aerosmith, il tutto condito da un mood funkeggiante. “Ask Yourself” è una ballatona acustica, estremamente ruffiana e radiofonica, ideale per essere ascoltata in viaggio e caratterizzata da una prova maiuscola da parte del singer Wlady Rizzi, che impreziosisce con vocalizzi vicini al soul un brano delicato ma decisamente accattivante. La title track è divertentissima, con le sue ritmiche boogie incalzanti e coinvolgenti. Un ritorno gradito per una band in grado di evolversi, rimanendo allo stesso tempo fedele al sound dei ’70s. Ne sentivamo la mancanza.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10