(Vicisolum Productions) Il terzo album dei greci Mother of Millions è una perla di rock/metal progressivo, che segue il filone di bands quali i Dream Theater, Pain Of Salvation o certi periodi degli Anathema. I musicisti hanno raggiunto livelli stupefacenti, suonano con precisione, emozione e pura passione, dando vita ad un album oscuro, sensuale e suggestivo. “Artifacts” fa riferimento a tutti quegli oggetti che rappresentano un’idea, un ideale, un sentimento, un ricordo, diventato quindi a tutti gli effetti oggetti dal simbolico valore rituale. “Amber” apre l’album in maniera esalante: cori, riff pungente, divagazioni progressive con tempi irregolari, vocalist con una forza espressiva fantastica, il tutto in un percorso di malinconia luminosa entusiasmante. Contorta ed incalzante “Rite”, tetra ma passionale “Soma”. Meravigliosa “Cinder”: inquietante prima, evocativa poi, oscuramente romantica successivamente, prima d’abbandonarsi verso ritmiche pulsanti dolcemente stuzzicate da tastiere dal forte impatto ambientale, per poi progredire ad un finale in linea con certi grandi episodi dei Katatonia. Capolavoro del tastierista sulla strumentale “Nema”, energia metal-progressiva sull’intensa “Anchor”, prima della title track posta in chiusura, canzone infinitamente oscura ma ricca di speranze, sempre maliosa e trionfale. Progressivi e teatrali. Aggressivi tanto quanto tetri, melodici o atmosferici. Ritmiche coinvolgenti, soluzioni melodiche ed arrangiamenti mai scontati, anzi spesso sorprendenti. Una perla di musica che traduce in suoni la profondità mentale e suggestiva dei sentimenti umani.

(Luca Zakk) Voto: 8/10