copmothers(Ektro Records) Allucinazioni trasformate in musica, una musica che opprime, deprime, annienta. Suoni post metal, divagazioni sludge, concetti acidi e psichedelici, teorie drone. I finlandesi Mother Susurrus arrivano al debutto con questo full length imponente, diviso in cinque monumentali tracce che arrivano anche a toccare il quarto d’ora di durata, per un totale di quasi cinquanta minuti di assalto musicale. Un disco che sulla scia di bands come Isis offre spunti sempre imprevedibili che arrivano a toccare anche elementi folk in pezzi come l’ipnotica “Anagnorisis”, nella quale è presente un ospite che suona lo Jouhikko (strumento tradizionale finlandese, una specie di lira con arco). Spunti progressivi, doom, sludge e drone continuano ad intrecciarsi dando origine a idee originali, ossessive, martellanti che scatenano paura, inquietudine, una tormenta di sensazioni che violentano la psiche dell’ascoltatore causando disagio, ansia e sconvolgimento. Superba “Ylösnousemus”, lenta, narcotica, improvvisa nei suoi cambi di tema. Assurda “Uniemä”, che con la sua biblica durata propone un’oscurità che progredisce in toni di nero sempre più tetri. “Maahaavaa” è stato interamente registrato con strumentazione analogica, scelta perfetta in grado di trasmettere tutti quei detriti sonori che arricchiscono in maniera superlativa le atmosfere dipinte, con vigorose pennellate di grigio, dai pezzi. Un disco pieno di velenosa alchimia mentale, che trasuda sperimentazione, che suggerisce tutto il terrore del freddo e della solitudine siderale.

(Luca Zakk) Voto: 8/10