(UDR Music/Warner) Di “Aftershock” c’è poco (altro) da dire, tranne ricordare che è il 21esimo disco della band che suona rock’n’roll dal 1975 e che qui in Metalhead gli abbiamo dato, come voto, un timido: “IMMENSI”. Diciamocelo con schiettezza: un album dei Motörhead è da avere. Non sta a me dire se lo comprate, rubate, copiate o ascoltate a scrocco. Non me ne frega. Però se non ascoltate Sir Lemmy a prescindere, c’è qualcosa di sbagliato in voi, oppure state leggendo queste pagine per errore… in quanto questo non è il sito degli One Direction e nemmeno di Vasco. Lemmy, che fa vero metal, ha avuto i suoi cazzi ultimamente, è stato male, ma guarda caso -mentre scrivo queste parole- è in giro per il mondo, Europa ad essere precisi, per dimostrare che lui è immortale e che la sua band composta da solo tre personaggi, fa più casino e rumore di qualsiasi altra (è di questi giorni la notizia che un tizio ci ha quasi lasciato le penne facendo headbanging ad un concerto dei Motörhead… il tipo è ancora vivo, ma credo sia andato vicino ad uno dei migliori modi per schiattare!). Vedete, oltre ad essere obbligatorio ascoltare i Motörhead, è altrettanto essenziale vederli dal vivo, dove danno il massimo, dove danno tutto. C’è una controindicazione: per esperienza so che talvolta è difficile conservare la memoria di un loro concerto, considerato il livello di devastazione che si può raggiungere (io stesso ricordo a fatica i vari concerti visti… sicuramente non ho la minima idea di come io sia tornato a casa dopo gli shows!). Ed allora zio Lemmy risolve il problema e ci regala un piccolo promemoria! In corrispondenza dell’inizio del tour Europeo, ecco l’edizione di “Aftershock” con un secondo CD contenente il best of del tour di riscaldamento tenutosi nella West Coast americana quest’anno. Il CD è proprio un promemoria, una specie di cazzo di post-it giallo che appendete sul frigorifero con su scritto “ricordati di tagliare l’erba”… quindi un concetto molto lontano dal fare quanto il promemoria ricorda, un concetto molto lontano dalle vibrazioni e le emozioni di un vero concerto di Lemmy & Co. Tuttavia le quattordici tracce sono poderose, i musicisti sono in massima forma e anche attraverso le casse dello stereo, giù in salotto, sono in grado di far tremare la casa, destando l’odio dei vicini (innalzando il mio già immenso piacere). Giudizio? Fate i conti, la formula è qui sotto. Credo la capirete anche senza una laurea in matematica.

(Luca Zakk) Voto: 49% + 51%