(earMusic) È un album meno luminoso, più tetro e in un certo senso più grezzo, più diretto, questo “Don’t Sell Your Soul”, se lo vogliamo comparare ad esempio agli ultimi due lavori “Immortal” e “Universal”. Chitarra sublime come di consueto, riff granitici, irremovibili, tuonanti, mentre il microfono è condiviso tra Erik Grönwall, Robin McAuley, Dimitri “Lia” Liapakis e Michael Voss. Tre quarti d’ora, undici brani, undici chicche di hard & heavy pregiato. Impattante e decisamente metal la title track subito in apertura; “Danger Zone” è seducente, trascinante, decisamente classica, è più grezza “Eye of the Storm”, quasi un’arena per l’improvvisazione del maestro. Oscura e meravigliosamente bluesy “Janey the Fox”, coinvolgente e introspettiva “I Can’t Stand Waiting”. Lenta e misteriosa “The Chosen One”, non lascia respirare l’incalzare di “It’s You”, semplicemente favolosa “Sixstring Shotgun”, un brano intenso, profondo, ricco di emozioni, arricchito da un ritornello che cattura in maniera indovinata e dannatamente subdola. Hard’n’roll potente e scatenato con “Flesh and Bone”, ennesimo brano nel quale Michael si lascia andare, prima del power metal della conclusiva “Surrender“. Un axe man di immenso livello che pubblica un altro album, l’ennesimo, dimostrando di non voler invecchiare, di non stancarsi mai e, soprattutto, di amare la musica e il suo strumento in un modo che pochi potranno veramente mai capire. Settant’anni (e non sentirli), di cui quasi sessanta di carriera. Forse non ha nemmeno senso giudicare un suo lavoro, forse bisogna solo ringraziare che artisti di questo spessore siano ancora qui a regalarci emozioni.
(Luca Zakk) Voto: 9/10