
(autoproduzione) Quando l’immagine raffigurata su una copertina, riesce a descrivere pienamente il senso della musica che rappresenta. Originari dell’Emilia Romagna, questo trio cosmico, appunto i tre totem della copertina, uno per ogni musicista della band. Sono sorvolati da un disco volante che atterra con una registrazione contenente cinque pezzi di heavy-psych-fuzz rock. Psichedelia, ritmi ipnotici, quasi percussivi e perfetti per un rituale, scenari d’atmosfera e suoni densi, pesanti. Dopo “Zeroh”, uscito il 25 luglio 2024, i Muffasonic riprendono un discorso di atmosfere che esprimono luoghi estranei, descrivendo forze e campi magnetici, attraverso un suonare che raccoglie anche esili elementi tipici di un jam session. I Muffasonic si muovono dunque in libertà, caricando di effetti i loro strumenti, almeno il basso e la chitarra, per renderli spessi, cementificarli di frequenze spaziali o desertiche. La batteria poi che si lancia a rotta di collo in ogni avventura sonora che i tre producono. Melodie semplici, andature con regolazioni parsimoniose della velocità, caratterizzano l’identità dei pezzi. La conclusiva “Bovindha” vede i Muffasonic impegnati per oltre dieci minuti a veleggiare tra spazi reconditi ed ere temporali. La band con “Brotheranza” raggiunge suoni più densi, rispetto a uno stile più ossuto del precedente EP che presentava anche maggiori elementi stoner. Un passo avanti verso un’opera maestosa, un giorno.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10




