(Nordvis Produktion) Terzo lavoro per questo duo svedese senza volto devoto ad un black metal puro, intenso, feroce. “Strävan” riparte da dove era arrivato “Gudatall” (recensione qui) e continua il percorso evolutivo della band facendo un altro passo verso l’oscurità artistica, la profondità compositiva la quale è sempre più cinica e sempre meno orientata verso una ferocia gratuita. I brani del terzo lavoro hanno consistenti dettagli melodici ed in tutte le otto canzoni emerge un senso epico, orientato ad una immensa tragedia, un viaggio verso le tenebre più impenetrabili. Non mancano sfuriate estreme dove tremolo e blast beats dominano, ma abbondano intense aperture dall’imponente feeling teatrale. Concettualmente siamo davanti al terzo capitolo di questa loro trilogia, un terzo e conclusivo capitolo nel quale l’umanità che conosciamo, con tutti i relativi difetti e le perversioni, ha cessato di esistere lasciando posto ad una nuova forma di esistenza nata per sacrificarsi nel nome della fine dell’universo intero: il titolo dell’album vuole essere la marcia funebre verso l’altare della distruzione cosmica. Il disco sfrutta con più ampiezza i mid tempo e le varianti lente ma atroci, mantenendo sempre una tonalità di nero assoluto. Lenta crudeltà ricca di perversione con “Ur Myren”, molto melodica la title track, ma anche dannatamente marziale e travolgente. Furia spietata ma con una certa ricercatezza per i dettagli su “Berget”, infinitamente epica “Renhet”, atmosferica e particolarmente infernale “Tre Stenar”, scatenata e pulsante “Altaret”. Ormai molto più personali e meno riconducibili alle ispirazioni palesi dei primi due album (Gorgoroth in primis), i Murg compongono musica essenziale e senza effetti di alcun tipo, ma tuttavia mai prevedibile o ovvia. Questo è black metal incisivo, estremamente fiero, viscerale, avvolgente. Sicuramente una perfetta colonna sonora per la fine assoluta!

(Luca Zakk) Voto: 8/10