copmuskox(Earsplit) Cinque brani, oltre sessantacinque minuti di musica, una chitarra acustica, un violoncello e un violino. Il raffinatissimo terzo album dei canadesi Musk Ox (che significa niente più e niente meno che ‘Bue Muschiato’) è un neofolk che, al di là dei soliti nomi, mi ha ricordato moltissimo le sonorità dei Neun Welten da una parte, e quelle dei nostri Ashram dall’altra. Ancora una volta mi trovo a recensire un disco non metal distribuito da una etichetta metal, ma va benissimo; e aggiungo pure che i nordamericani sono capaci, a tratti, di aprire alla mente dell’ascoltatore degli scenari incredibilmente maestosi ed epici, pur nella relativa semplicità della strumentazione utilizzata. Il problema è un altro: non nego assolutamente che lì fuori ci siano appassionati di queste sonorità che ne godrebbero per ore, ma due pezzi di oltre diciassette minuti (!) in scaletta non possono che abbattere totalmente l’ascoltatore poco avvezzo a questo genere. Per limitarmi ai gruppi citati, i Neun Welten talora buttano nel mucchio un pezzo di sei minuti, ma funzionano bene anche su medie inferiori: gli Ashram concepiscono piccoli gioiellini che possono durare 180 secondi, o meno. Mi sembra il formato giusto da proporre per rendere fruibili e accattivanti delle sonorità che, per forza di cose, sono spesso tristi o malinconiche. I Musk Ox chiedono troppo ai propri ascoltatori. Certo, direte voi, e perché questi no e le tirate prog di 20 minuti sì? A parte il fatto che anche quelle, mi sembra, hanno ormai fatto il loro tempo, il progressive è un genere che funziona bene su quei minutaggi. Il neofolk, mi pare, no. Nessuno potrebbe iniziare ad ascoltare questa musica partendo da “Woodfall” (come, probabilmente, nessuno ha mai iniziato a sentire prog con gli Iron Butterfly…). Questo è un disco che, inevitabilmente, va incontro a chi ha già una grande familiarità con questi scenari e cerca già la rottura e l’originalità. Non è il mio caso. Non credo sia il caso di nessuno dei lettori di MetalHead. Forse conviene (quanto spesso lo sto facendo, ultimamente!) sospendere il giudizio.

(Renato de Filipppis) Voto: S.V.