(Suspiria Records) Sono galiziani, di Santiago de Compostela, i Mutant Squad e fino ad ora, nella loro breve carriera, avevano fatto un EP e “Social Misfits” è il secondo che incidono. Suonano thrash metal e a sentire l’iniziale “Black Harvest” ricordano gli Exodus, i Testament e gli Overkill. Anzi, hanno una serie di cose che a, seconda delle condizioni, portano a ricordare una di quelle tre band. Le restanti canzoni, “Rember”, “The Machine” e “Cannon Fodder” si assestano anche loro sulle coordinate espresse dall’opener. Passo veloce, batteria poco eclatante, quindi modale e incline al compitino, tuttavia con incedere robusto, chitarre roventi ed equipaggiate con una distorsione corposa. Forse “Cannon Fodder” si merita una menzione particolare come brano più interessante, per i suoi riff articolati, le melodie che se ne ricavano e l’andamento generale della canzone con i suoi momenti particolari, nei quali la band mette un pochino di personalità. Quattro pezzi ben assestati forse dicono poco sulla tenuta della band per un album intero, ma il lavoro svolto è encomiabile. Soprattutto se si considera che i Mutant Squad sono solamente in tre: Pla, voce e chitarra, Campi, al basso, e Caki, alla batteria. In attesa di un lavoro più consistente nel futuro, a loro vanno comunque i complimenti.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10