(Reaper Entertainment Europe) Tornano con un quinto poderoso album i finlandesi Mygrain, offrendo un’ora di death metal melodico ricco di potenza e divagazioni interessanti. A sette anni dal precedente lavoro, il quintetto non scherza, non ha perso mordente, anzi, ha spinto il suono verso un concetto più moderno, pur rimanendo senza dubbio grintosi e ferocemente metal. Synth, assoli, voce clean e growl… ma anche sferzate più thrash che death, verso un delizioso miscuglio sonoro che sorprende e cattura l’ascoltatore, lasciando ben pochi momenti di pausa. “The Nightmare” è subito rabbiosa ma con melodie intense alternate a break-down furiosi e linee vocali vagamente eteree. Pulsante “Out of This Life”, riff crudeli, ritmiche selvagge ed un refrain decisamente epico, per un brano che poi si abbandona ad assoli di chitarra e tastiere che potrebbero essere compatibile con l’heavy prog dei grandi degli anni ’90. Favoloso l’assolo su “Summoned Duality”, un brano che mescola un groove death poderoso con un labirinto di tastiere e voci clean inquietanti. Poca pace su “The Way of The Flesh”, unq canzone che prende a piene mani dal death più classico, iniettandoci modernismi virtuosi vicini al symphonic black. Prog death sulla contorta ed irresistibile “Haunted Hearts”, direzione prog poi tanto palese quanto favolosa su “The Calling”, portando la band più vicina ad una prog metal band che fa uso del death, piuttosto del contrario. Immensa “Game of Gods” la quale fa convergere la dark wave, con power metal e death melodico/sinfonico, superlativa e decisamente tecnica “Stars Fading Black”, più tradizionalmente ‘melodic death’ la tuonante “Fathomless Freefall”,. In chiusura la lunghissima “Waves of Doom”, un brano teatrale, che spazia dal metal all’ambient in un costante cambio di scena nuovamente dal sapore epico. Melodici. Accattivanti. Stimolanti. Fantasiosi. Progressivi. Questi sono i Mygrain del 2020 e questo è un death metal melodico, rinfrescato, rinnovato, spinto verso il prog grazie alla elevata tecnica compositiva ed esecutiva dei cinque musicisti. “V” cresce ad ogni ascolto, è e vuole essere una sfida, anche se si fa amare fin dalla prima riproduzione, rivelandosi un album decisamente provocante!

(Luca Zakk) Voto: 8/10