(Screaming Skull Records / Darker Than Black Records*) Ole Alexander Myrholt tira fuori un nuovo album, lui che dall’esordio discografico del 2017 ne ha totalizzati ben sei, oltre a una caterva di singoli e qualche EP. One man band sempre attiva dunque legata alla tradizione black metal del proprio paese, la Norvegia. Alcuni nomi classici sopravvivono nelle maglie del sound di Myrholt. Il musicista esibisce batteria robusta, scandita, un po’ Fenriz, oltre a delle distorsioni graffianti e ruvide, il tutto con un cantato in scream. I riff di Myrholt sono fulminanti, percorsi da quelle tipicamente sinistre, solenni e spiritate melodie del black metal prima maniera. “Retterting” risponde esattamente a tutto questo e riproponendo modelli già noti, nonché con quell’agguerrita ferocia e sfacciata attitudine con forza spietata. Tuttavia “Ratterting” non è soltanto farina del sacco di Myrholt, in quanto tre pezzi su sei sono delle cover di canzoni totalmente rielaborate. “Rettergang” altro non è “The Trial” dei Dead Can Dance, nella quale il norvegese non riesce a infondere la stessa magia ma quanto meno rende il suo songwriting imprevisto e tutto sommato accattivante. “Drep og Drep Igjen” è una cruda e smodata riproposizione di “Kill Again” degli Slayer, mentre “Tegn fra Universet” è “Symptom of the Universe” dei Black Sabbath, la quale suona ovviamente in una maniera esageratamente heavy – in qualsiasi modo la si suonerà, questa canzone sarà sempre heavy metal perché è probabilmente il manifesto del genere scritto molti anni prima! – ma corredata di sintetizzatori maestosi ottimi per scenari appunto di un raw black metal. Dei sei pezzi totali fanno parte due pezzi dal prossimo album “Sjelebo”, ovvero “Til Hinnoms Dal” e “Hamingja” ma nella sua versione acustica. Completa la strumentale “Antydninger fra Kosmos”. “Til Hinnoms Dal” si dimostra un brano coinvolgente, strutturato in quello che è quasi un mid tempo, riff mastodontici ma andanti, refrain ruvidi, glaciali e tenebrosi come nella giusta maniera del genere. A Myrholt si potrà pure addebitare il fatto di usare una vasta gamma di canovacci di stile ben conosciuti, al contempo il saperli mettere insieme e rendere il proprio prodotto appetibile non è facile, ma in sostanza lui ci riesce.

(Alberto vitale) Voto: 7/10

(*) La Screaming Skull pubblica l’album in formato cassetta, mentre la Darker Than Black in quello vinile 10”