(Black Widow Records) Possono essere tanti i punti di interesse che circondano questo album, a prescindere dal tipo di musica in esso contenuto. Innanzitutto, come da titolo, l’opera di Italo Calvino “Il Castello dei Destini Incrociati” è l’oggetto del concept. La celebre opera letteraria di uno degli ultimi grandi della letteratura italiana, viene trasportata appunto in una dimensione sonora. A farlo sono dei musicisti la cui identità è celata dietro a degli pseudonimi; le loro origini sono italiane ma risiedono nella Svizzera tedesca. Inoltre, almeno secondo quanto fornito dall’etichetta, di questo album non è dato sapere quando e dove è stato registrato. Tutto è mitologico con questi appassionati di storia medioevale (altro aspetto dei pochi noti sulla band) che creano atmosfere nelle quali il sound hard rock degli anni ’70 è frammisto a qualcosa di prog. I suoni hanno qualcosa di scarno, al contempo sembrano il frutto di una registrazione più o meno ‘vintage’; suoani non affatto laccati e tutto quanto prende un aspetto datato eppure coinvolgente e netto nell’esprimersi. I Mythology divagano anche verso percorsi jazz, come in “Missed Chance”, dove la sua prima parte espande lo spessore, la personalità e la resa di quanto i musicisti creano. “The Castle of Crossed Destinies” è un percorso affascinante, frizzante nel suo hard rock, evocativo ed epico per le tematiche testuali e per come vengono trasposte in suoni. È anche qualcosa di sorprendente per come le pieghe jazz arrivano e si sviluppano. Oltre i tre quarti d’ora di mistica, evocativa e rasserenante ricerca musicale. I Mythology sconfinano in territori diversi, aprono scenari, raccontano storie, proprio come avviene nelle righe di Calvino e di un mondo che per quanto antico ha sempre qualcosa di attuale. I Mythology procedono con melodia e un suonare che si plasma alle situazioni e si trasforma continuamente, adattando così la musica alla vastità e mutevolezza della materia letteraria. Riuscendovi a più riprese, pur con episodi forse meno convincenti ma mai deludenti. La radice hard rock ha delle atmosfere e idee vagamente Black Widow e Van Der Graaf Generator o addirittura anche Atomic Rooster.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10