(Purity Through Fire) Monolitico, smesso e ipnotico il secondo album di V.V. Che tocca in maniera totale i dettami del depressive black metal. Monolitico perché i riff sono la solenne, incalzante e sagomata parte del tutto nei pezzi di “Der stille Wald”. Smesso perché V.V. Sceglie la ‘povertà’ del genere, cioè un sound scarno. Pur usando la chitarra, le tastiere, un piano elettrico e la batteria (quanto meno ci sono dei pattern ritmici ma si ignora se siano artificiali o meno), V.V. rende primario il graffiare delle chitarre e il suo cantato, con le tastiere a fare da sfondo. Tre linee sonore principali che ricoprono il resto che in realtà manifesta poco. Ipnotico, certo è tale “Der stille Wald” perché i reiterati riff incalzano in un’unica direzione dall’inizio alla fine dei pezzi. Poche le variazioni di sostanza e con la batteria che finisce nell’ombra, il sommarsi dello scream sulle chitarre e il tutto avvolto dalle tastiere rende l’album di Nachtig un percorso oscuro quanto decadente e straniante. Solo “Auf Ewig Main” ha un brio, un andatura e variazioni comuqnue canonicamente black metal. “Der stille Wald” si sviluppa durante uno percorso malinconico, scarno, dove i riff portanti sono scheletrici e rievocano le prime manifestazioni di una one man band come Burzum.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10