(Southern Lord Recordings) Lei e lui, la bassista Leah Buckareff e il multistrumentista Aidan Baker, sono canadesi, di Toronto, ma da diverso tempo ormai di stanza a Berlino. Ritornano due anni dopo l’album “Stripped”, con uno nuovo che impianta un monumento ai suoni distorti, manipolati e che generano composizioni a metà tra ambient, doom, sludge e noise quanto anche industrial. Un cosmo a parte “Luminous Rot”, nel quale le forme sonoro si dilatano, si tramutano e formano un monolite di dura espressività. Sei composizioni dai toni oscuri, foschi. I ritmi sono una rievocazione dell’industrial appunto, il basso della Buckareff è vestito da frequenze noise e le stratosfere che ne nascono sono una psichedelia stravolta, dark, ammantata di presagi funesti. Questo album è un totem che celebra alcuni dei generi succitati, quanto realtà ormai storiche, come i Godflesh, con i quali il duo ha diviso il palco in passato, forse i My Bloody Valentine, creando un mondo proprio dall’estetica ben distinta. I Nadja che hanno pubblicato con alcune delle migliori realtà dell’underground mondiale – Alien8 Recordings, Crucial Blast, Consouling Sounds, Robotic Empire e tante altre – hanno chiamato Sua Maestà James Plotkin per la fase di masterizzazione, mentre le registrazioni sono state effettuate tra il loro personale studio e la sala prove. Il risultato è certamente un’opera nei loro standard.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10