(Time To Kill Records) Dalla sempre ribollente scena musicale di Napoli salta fuori anche una grindcore band e questo è un bene. I suoi componenti sono appartenenti a band metal e hardcore, la cui identità però resta anonima. L’omertà, sapete… I Napoli Violenta scelgono come tema concettuale dei propri pezzi i film polizieschi degli ani ’70, tanto che il nome della band deriva dall’omonima pellicola del 1976 diretta dal regista Umberto Lenzi. Il film è il secondo capitolo della “Trilogia del Commissario Betti”, il cui protagonista è Maurizio Merli. La musica della band è di chiara ispirazione grindcore nonché soprattutto crossover e dunque frutto di un’interazione tra metal e hardcore punk. Una miscela che incorpora elementi tipo Brutal Truth, S.O.D., Terrorizer, Extreme Noise Terror, D.R.I. e cose del genere. Circa 30’ di metal-hc arroventato e portato a velocità esagerate con un piglio anche parodistico sia di qualche cliché metal che di espressioni linguistiche e tematiche criminali, il tutto ovviamente con tanto sarcasmo. La band inoltre ruba e poi esibisce anche qualche riff altrui da innestare nel proprio suonare. La cover dei Judas Priest sotto il nome di “Breaking the Law (on My Back)” è l’esempio più evidente e tutto sommato riuscito. Operazione riuscita per i Napoli Violenta perché gli appassionati del genere troveranno in “Neapolitan Power Violenc” momenti esaltanti in un canovaccio di stile classico. Chi ha poca dimestichezza con certe esuberanze del metal imbastardito dal punk nonché il grindcore, avrà buoni spunti per andarci a sbattere volentieri la testa.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10