(Century Media Records) Massiccio il sound dei Nasty, così tanto che è piaciuto alla Century Media e a ben vedere potrebbe paicere a molte etichette, visti i tempi. Infatti i belgi suonano un pesante miscuglio di hardcore, thrash, death ritmi in downtempo, usano brewakdown e un cantato in free style, per formulare un beatdown ossessivo, di protesta e con toni da rivoluzionari. In un mondo che si arroventa giorno per giorno, nel clima e nell’animo dell’umanità, questo genere di prodotto musicale è uno prorpio un termometro della situazione. I Nasty risultano dunque contemporanei, con il loro sound possente, cadenzato e lento alla base ma furioso nei principi. I pezzi sono d’impatto, colpiscono e anche quando i Nasty giocano ad accelerare e sfociare in un death metal massiccio, nonostante avvenga a strappi. In un certo senso la band è priva di compromessi, perché l’album è esteticamente quasi unidirezionale. La band carica a testa bassa e lo fa come potrebbe farlo una black metal band oppure una brutal death metal band, dunque a rotta di collo e senza volere cedere dal dogmatico canovaccio prestabilito. Un suonare un tantino ossessivo, claustrofobico e dunque necessario qualche ascolto in più, ma non si resta poi contrariati da certe scelte per le quali il quartetto vallone ha optato per poco meno di mezz’ora.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10