(InsideOut Music) Registrato praticamente da solo, in quanto la pandemia da COVID-19 ha condizionato ogni cosa, “Sola Gratia” ha visto comunque gli interventi dei fedeli collaboratori di Morse, cioè Mike Portnoy e Rady George, gli stessi della The Neal Morse Band. I due hanno registrato le loro parti a distanza e inviandole poi a Morse. Un metodo che nell’era del digitale e di internet è ampiamente usato e torna dunque utile. L’album è un concept sulla figura del cristiano Paolo, colui che venne toccato dalla grazia di Dio sulla via di Damasco. Da persecutore dei cristiani a cristiano lui stesso. Il tema delle fede e della cristianità sono comunque elementi dell’album, il quale appare dinamico proprio come doverebbe esserlo un lavoro progressive. Il pulsare di “ Sola Gratia” è altalenante, infatti Neal Morse inserisce composizioni snelle, andanti e altre calmierate nei ritmi, nelle andature, nelle stesse trame melodiche. Si sente lo stampo da concept che condiziona il flusso dei pezzi. Il totale, di oltre un’ora di musica, rende però “Sola Gratia” il tipico album che ci si potrebbe aspettare da Neal Morse. Momenti forti, altri dai toni ‘settantiani’, con Neal Morse che punta anche a toni ‘easy’ come “Building a Wall”. L’uso di cori femminili danno quel tocco tra soul e sfaccettature pop. Il cantato resta comunque una frazione molto articolata nell’economia dei pezzi. Insomma, lo spettro del precedente “Jesus Christ: The Exorcist” è qualcosa di tangibile! A tutto ciò si alternano anche soluzioni radicalmente profonde, complesse, meno fruibili di altre. Questo è Neal Morse e ancora una volta lo dimostra.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10