copnecrogrinder(Ukem Records) Ve lo giuro! Appena ho iniziato ad ascoltare questi Necrogrinder la prima cosa alla quale ho pensato è che fossero inglesi. Si, ok, la Ukem per buona parte pubblica autori inglesi, è vero, ma se qualcuno di voi legge abitualmente le mie recensioni forse ricorderà che spesso inizio ad ascoltare gli album conscio del solo nome della band e il titolo della release. Solo dopo il primo ascolto o a metà di esso vado ad informarmi approfonditamente su chi sto lavorando. I Necrogrinder sono di Sheffield, ma il loro brutal (e quasi grind) death metal potrebbe far pensare a qualcosa di statunitense. Invece proprio il sottotesto sonoro estremamente grindcore mi ricorda i Carcass. Tutta questa perifrasi per informarvi che gli autori di “The Bunty Man” sono essenzialmente degli estremisti sonori e che mischiano brutal death metal a sortite grindcore. I pezzi sono vere tempeste sonore, le quali arrivano a poco più di 20′ totali e tinteggiano atmosfere, passaggi e sfuriate tra l’allucinato, l’incubo e la malsana pazzia, ma il tutto attraverso la concreta e solida voglia di pestare con ritmi ben scanditi (ci sono molti stop ‘n go, breakdown, frenate e cambi di ritmo), con chitarre che sono le vere autrici di atmosfere torbide e dipinte con il sangue. Loro sono molto giovani, si vede dalle facce, e a quella età un po’ vuoi divertirti e un po’ urlare rabbia al mondo o al genere umano. Ecco, loro sembra proprio che facciano questo visto il genere suonato, ma tutto questo passa attraverso una logica esecutiva e un ordine nei pezzi i quali ti fanno pensare che i Necrogrinder siano terribilmente seri.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10