(Century Media Records) È stato anticipato a luglio dal singolo “Mirror Black” l’album “Dawn of the Damned”, che oggi fissa in maniera netta e autorevole il nome dei Necrophobic, esistente dal 1989, come una realtà più che rispettabile nel panorama del metal estremo. Creatori di trame serrate, melodicamente mitiche, tenebrose quanto imperiose, i Necrophonic si esprimono oggi al loro massimo con “Dawn of the Damned”. Lo fanno sia per le suddette melodie, nonché per l’esecuzione quanto per l’arrangiamento che appaiono eccellenti. Blackened death metal poderoso, fiero, foderato di pattern ritmici continui, infaticabili. Soprattutto però è il lavoro chitarristico, valorizzato anche dalla produzione, che si presenta in maniera autorevole. Un lavoro che infonde costantemente melodie nelle trame e al contempo un lavoro arricchito da interventi solisti, da parte di Sebastian Ramstedt e Johan Bergebäck. Assoli ma anche rifiniture, feedback, incursioni brevi che si incastrano tra i riff principali i quali arricchiscono anche le atmosfere. L’esercizio delle sei corde è dunque sublime. Le melodie esposte sembrano ipotetiche colonne sonore di battaglie di qualsiasi epoca, passata e futura, di civiltà, ricordi e miti. Album ammirevole, nonostante dei suoni meno digitalizzati non vestirebbero affatto male la musica degli svedesi Necrophobic.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10