copnefesh(Revalve Records) Un nuovo assalto dei Nefesh, condotto con stile e organizzazione. Nefesh, una macchina da guerra che non conosce l’irruenza e la sete di sterminio, perché il metal dei Nefesh è ricco e variegato. Una macchina concettuale. Progressive? Si, lo si può definire così. I Nefesh però sono una band metal innanzitutto: lo si sente dalle strutture, dal modo in cui i riff cavalcano e si dispiegano su ritmi puliti e vivaci. Una band metal perché il suo progressive a volte è tale per la sommatoria di stili che riescono a riprodurre: thrash, death, heavy, symphonic ed epic metal, accenni di psichedelia. Un insieme di cose ben coese, dal buon impatto, sia per la forza e spessore che per la capacità melodica. Del resto le tastiere scorrono in ogni brano e aumentano la melodia dei pezzi e le atmosfere. Sono 50’ totali dove tutto non è basato solo su fratturazioni del riffing e dei tempi, ad esempio spesso nelle sezioni centrali dei pezzi compaiono momenti orchestrali, psichedelici o comunque di sospensione dall’insieme di questo metal articolato. Il cantato inoltre gioca su momenti in italiano e in inglese, questo aspetto a volte in alcuni album per me è stato un motivo di critica, invece in questo scenario il passaggio tra le lingue, addirittura all’interno di qualche canzone, rende l’ascolto ancora più impegnato. Non è un album semplice “Contaminations”, premetto che melodia, pulizia dei suoni e tocco dei singoli musicisti delle Marche non sono assolutamente scevri. Forse mi sbaglio, ma nella chitarra a volte ci sento Brian May. Insomma, la qualità c’è, però essendo un album di prog-metal richiede attenzione, anche perché i brani passano dai poco più di 3’ ai 6’ e oltre. Dunque ogni pezzo è parte di una catena di passaggi e alti e bassi, i quali conferiscono ancora più autorevolezza a questo sound che ha pathos e carattere. Un album pensato “Contaminations” e dunque questo pensiero va seguito con attenzione. Mi si permetta un ragionamento, in chiusura. Avete presente certe cose di Queensrÿche, Fates Warning, Dream Theatre e tutta quella tribù? Ebbene se siete assuefatti a certi sound, un prodotto italiano costruito su quel tipo di musica potrebbe proprio essere per voi.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10