(Avantgarde Music) Dall’EP di debutto dell’anno scorso cresce questo progetto italiano. Si autodichiarano ‘pure Italian blackwave’ e, dannazione, non c’è definizione migliore, specie per una band che nemmeno si impegna a cercare un titolo adeguato: sia l’EP che l’album portano lo stesso titolo; ma è un titolo profondo, come il moniker, esplicativo… permettetemi… è dannatamente ‘chiaro’, nella sua veste tenebrosa e decadente. Tanto black. Tanta elettronica. Siamo tra l’industrial, il symphonic e l’avant-garde… ed è proprio questa indecisione stilistica il punto di forza, la vera vena innovativa del progetto! L’album vanta ospiti, tanto che il brano “Oramai…” è stato interamente composto e suonato dal finlandese Ville Pallonen (Vargrav, Azaghal, Druadan Forest, Destro, Dim Lights, ecc.). Suoni avant-garde, suoni industrial, suoni cosmici, come evidenzia la bellissima “Il Buio L’Avvolge”, con un groove letale, lo stesso che emerge dall’introspettiva “Non V’è Più Lacrima” o dall’inarrestabile “Splendeva di vita”. Dietro una copertina firmata dal mastermind Clod the Ripper (Blasphemer, Modus Delicti, ex Septycal Gorge), l’album, come da dichiarazione della band, è un’immagine che incarna visivamente la dipendenza dalla tragedia e prefigura l’abisso da cui prende forma il percorso musicale, descrivendo una dannazione emotiva fin troppo comune, a cui assistiamo sin dalla notte dei tempi. Un inno alla decadenza, una decadenza pulita, raffinata, levigata dalla precisione elettronica, ma pur sempre una decadenza senza fine, senza fondo, eterna. Letale.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10