copneurosphere(Revalve Records) Il trittico iniziale sono le colonne d’ercole di “Megantereon”: i quasi 8’ di “Beyond the Gates of Pluto”, la breve “Ira” e poi “Dispossession” (troppo antologica verso i Metallica) rivelano una buona padronanza tecnica dei musicisti ma anche un songwriting fatto di mestiere. Superati questi tre bastioni tutto il resto si amplifica, aumenta di spessore e capacità. Sono in tre i Neurosphere (due uomini, chitarra, tastiere e voce, e una donna, basso) e producono una musica ampia, vasta e che spazia di continuo in un album di un’ora, nel quale melodic death metal, melodie viking, thrash e il prog metal si incrociano o si alternano a più riprese. In certi momenti si ha la sensazione di rivivere le atmosfere di una volta degli Amorphis e Opeth (“Gashes in the Veil” e “Under One Thousand Moons”), ma non vengono meno episodi più solidi e melodicamente riconducibili al sound di Gotheborg, oppure a sonorità death metal più estreme (“Dysphoria”) o ad esempi di thrash metal puro (“The Bonestorm”). Dunque musica affinata attraverso un comporre limato e fatto con cura. Probabilmente non innovativo ma di certo personale. La scaletta, undici canzoni, diventa un otto volante, un continuo saltare e prodursi in interventi che fondono insieme gli strumenti facendoli interagire tra loro. Melodie, tante, sempre in bella mostra e che arrivano al loro massimo nella rilettura di “Ballo in FA # Minore” di Angelo Branduardi. “Megantereon” è un debut album, ma attenzione, questa band non è alla sua prima pubblicazione assoluta, e propone una band dallo stile così elaborato ed essendo al primo full length qualcosa avrebbe potuto sottrarre dalla composizione. Però…si diventa grandi anche pensando da grandi! I Neurosphere hanno un grosso potenziale e mi son sembrati una band che ha un indomito piacere nel misurarsi con strutture sempre in crescita, dinamiche e di produrre musica. Gestendo questo potenziale e le proprie ambizioni diventeranno sempre più bravi.

(Alberto vitale) Voto: 7/10