copNevoa(Avantgarde Music) In un modo o nell’altro mi aspettavo che una cosa deviata come il duo portoghese Névoa finisse nelle grinfie della Avantgarde. Siamo al secondo album, il quale varca ancora più marcatamente i confini di un po’ tutto quello che è definibile come musica e suono “per tutti”, per la gente comune. Il precedente “The Absence of Void” era un black, un po’ post, ipnotico e sicuramene esaltante… e ora il nuovo lavoro, pur continuando il percorso, diventa più dissonante, più crudele, ricco di spietata malvagità. Quattro tracce, le quali come d’abitudine sono sempre abbastanza lunghe, tracce prive di regola, dove una il black, l’ambient, il post sono violentati da componenti tribali assolutamente geniali … basta ascoltare le percussioni di “II Contemplation” per capirne quanto bizzarro e privo di confini sia il songwriting di questa band. Hanno infatti proprio preso il black melodico e atmosferico e ci hanno iniettato dentro una overdose di psichedelia la quale diventa follia grazie alle componenti di musica tradizionale. Pesante, tetra e lacerante “I Communion”. Assurda, etnica, estrema “II Contemplation”. Volutamente caotica “III Conflict”. Lenta ed angosciante la conclusiva “IV Closure”. Névoa. Il moniker stesso distribuisce magnetismo creando mistero, attrazione fatale, oscurità intensa. E questo “Re Un” altro non è che la trasformazione di queste esperienze in pura espressione sonora.

(Luca Zakk) Voto: 8/10