(Signal Rex) I Nigrum Pluviam sono il classico esempio di come si possa fare della sana musica estrema senza per questo usare in modo furioso le pelli o vomitando riff super veloci. Infatti, dopo una oscurissima intro che ci catapulta in una dimensione per niente rassicurante, ecco un sestetto di tracce in cui si vive di sensazioni più che di suoni, di atmosfera più che di musica. La parte ritmica risulta ridotta ai minimi termini, così come tastiere e cantato. Anzi, quest’ultimo è meglio inquadrabile come una sorta di lamento più che un canto, specchio di un malessere interiore di cui il cd è chiaramente una testimonianza. Con il progredire delle tracce, la struttura dei brani diventa sempre più simile ad un black anni ’90 a stampo norvegese, con richiami ai mostri sacri del genere, Burzum e primi Emperor su tutti; pur permanendo una coerenza di fondo che amalgama il tutto in un lavoro carismatico e diretto, che porta l’ascoltatore esattamente dove vuole.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10