(Ván Records) I Niht sono un brillante indicatore per definire cosa è il black metal nel 2021. La band è composta da S. chitarrista e anche nei Nekrovault, Z. è basso e voce e anche lui proviene dai Nekrovault e non solo. Nel 2017 l’album d’esordio del duo intitolato “Vanum” e ora questo gioiello nero. Black metal con quelle sfumature che si riscontrano ampiamente nella tradizione del genere presso i teutoni. Nelle sfuriate selvagge si sente quel collante che è il basso tra le linee del riffing e i pattern ritmici. Una densa pulsazione che avvalora le scalate melodiche infuse nei pezzi. L’album si srotola, come un manoscritto di odio e sortilegi nefasti pervasi da una maledetta e al contempo simbolica e ostile visione delle cose. I brani sono veloci, spediti, non lasciano mai fasi senza sviluppi melodici da parte del riffing e Z. arringa l’ascoltatore senza sosta con il suo urlare dannato e ispirato. Il black metal tedesco viene rinvigorito da questo grimorio di sortilegi e nichilismo. In questo turbinio di cose il duo di Manningen ha collaborato con alcuni elementi dei Sacroscum per imbastire l’ottimo basso, di SS. e la batteria di J. Tutti usano iniziali e forse il vero motivo è quello di anteporre davanti a ogni cosa la musica. Il black metal, il loro black metal. “Tod” è l’esempio migliore dell’architettura sonora dei Niht. Un inizio con acustico, lamenti e poi una partenza spedita, tra le cose più veloci dell’album e con la produzione che offre un taglio organico e pulito rispetto agli standard del genere, per ogni strumento. La band punta a creare cinque concept album che trattino ogni volta in maniera diversa il tema del nichilismo. Questo percorso ‘filosofico’ è tracciato sulla scorta della parola “Vanum” cioè ‘vuoto’, ‘niente’ e appunto anche il titolo del primo album. Ogni prima lettera di questi album formerà proprio quella parola.

(Alberto Vitale) Voto: 9/10