(Nuclear Blast) Angosciante, oppressivo, veloce, devastante, brutalmente tecnico. Settimo viaggio tra i misteri violenti dell’antico Egitto. Settimo sigillo per una band che dissotterra antichi culti, antiche divinità, e tutta la malvagità ad essi collegata. Ira, schiavitù, morte, condanne ad inferi dimenticati. Settima opera che trasmette l’odore mortale di antichi riti, antiche dominazioni, remote culture. Un album come sempre maestoso, un muro sonoro impenetrabile creato dall’infinita creatività di Karl Sanders e soci, con l’immenso drumming di George Kollias, un’autentica instancabile macchina della devastazione. Questo “At The Gate Of Sethu”, intitolato come il dodicesimo capitolo di una opera dello scrittore E.A. Wallis Budge, è un’ennesimo viaggio nelle tenebre delle catacombe. Concentrato sulla morte e conseguente deificazione, ha un completo feeling di rito di passaggio, di un percorso dalla vita mortale attraverso gli inferi, fino all’auto-proclamazione divina. Il disco rapisce e conduce in un viaggio nelle tenebre antiche, dove la magia e la violenza si mescolano nel nome di crudeli divinità dimenticate. Viene proposto un cantato meno oscuro ed estremo rispetto alle opere precedenti e musicalmente si tratta dell’ennesima dimostrazione di tecnica suprema e velocità disumana (che tra l’altro i Nile riescono a riprodurre sempre dal vivo). Nel complesso si tratta di un ottimo album, che, tuttavia, non riesce a convincere quando confrontato con i predecessori. Considerate le capacità dei Nile, potrei percepire una caduta di stile, un passo troppo piccolo se comparato con i mostruosi sei capitoli che lo hanno preceduto. Ma come ogni album dei Nile è praticamente impossibile scrivere una recensione che renda l’idea. I colleghi che mi hanno preceduto hanno dato voti che spaziano dall’insufficienza al massimo dei voti possibili. E’ un’opera da ascoltare decine di volte, in quanto ogni volta si aggiunge un tassello dell’immenso mosaico mortale creato dai maestri americani. Ogni ascolto offre una più profonda introspezione dei misteriosi labirinti creati con tecnica e maestria. Canzoni come “Tribunal Of The Dead” e “When My Wrath Is Done” non lasciano spazio a dubbi sulla qualità sprigionata dai Nile. Imperdibile per i fans, e non, della band. Da ascoltare con attenzione, cura, e completa prostrazione.

(Luca Zakk) Voto: 7/10