(Autoproduzione) Premetto che non sono un esperto, ma documentandomi in rete ho appreso che il ‘Dukkha’ è, nel credo buddista, la condizione di ‘normale’ sofferenza che accomuna tutti gli esseri viventi; per questo loro greatest hits, i Nine Treasures scelgono dunque un titolo e una cover assai evocativi. Cinesi, ma provenienti dalle regioni della Mongolia interna, i nostri propongono un eastern folk metal sullo stile dei più noti Tengger Cavalry; i dodici brani scelti per rappresentare la loro produzione sono tutti ri-registrati. “Black Heart” può assomigliare a dei Korpiklaani dove le influenze dell’est si siano fatte ulteriormente pronunciate; “Arvan Ald Guulin Honshoor” ha il fascino di una ballata da festa estiva, “Nomin Dalai” è una cavalcata in crescendo che si interrompe forse troppo improvvisamente. Ispirato throat singing in “Tes River’s Hymn”, mentre “Ten Years” incorpora e folklorizza il vocalizzo di “If I Had a Heart” di Fever Ray, brano famoso per essere la canzone di apertura della serie “Vikings”. Pulito ed effettivamente onirico il giro portante di “The Dream About Ancient City”; velocissime le strofe di “Praise for Fine Horse”, per un folk che ancora una volta è intenso ma genuino. Suoni più moderni per “The Stubborn”, mentre “Three Years Old Warrior” gioca anche con ritmiche classiche e un break che oserei definire western. Una certa omogeneità di fondo non impedisce di godersi la raccolta, testimonianza di una scena lontanissima dalle nostre.

(René Urkus) Voto: 7,5/10