copNOBROS(Pure Rock Records) Qui la parola “veterani” veste un tantino stretta. Pure concetti come metallo, fedeltà al rock e “true” limitano la forza del concetto sta dietro gli austriaci No Bros, i quali non sono certamente famosi come tanti altri act dell’epoca –si sono formati nel 1979- ma è indubbio che sono ancora qui, non hanno intenzione di mollare e continuano a pubblicare dischi che trasudano melodia, rock e puro metallo. Che poi l’attività si sia interrotta anche a favore degli Schubert di Klaus Schubert, per poi tornare, fermarsi e ritornare di nuovo conta poco… resta il fatto che questa gente non ha nessuna intenzione di smettere di comporre vera musica, musica sincera, musica energetica con un gusto tradizionale assoutamente immortale. Tredici tracce, che vanno oltre il giudizio, vanno oltre la classificazione o il confronto con altre bands, releases, o stili. “Legends Of The Eighties” apre con grinta, potenza ed un fantastico testo nostalgico che viene evidenziato da una sessione di assoli molto vintage, quasi blues, con chitarra alternata ad un suggestivo organo, entrambi supportati da linee di basso poderose. Inneggiante e coinvolgente “Back Again”, irresistibile “Devil With An Angel’s Face” con quel riff poderoso e micidiale. Oscura e riflessiva “Dark Chamber”, piena di metallo con keys ed organi fantastici l’ottima “Written In Fire”. Headbanging senza pietà con “Dance Of The Black Tattoo”, epica la title track ricca di arrangiamenti che vanno oltre il metal, esaltando un rock’n’blues maestoso. Pesante e travolgente “Song Number Nine”, mentre “Runaway Girl” è il tipico pezzo anni ’80 pensato e concepito per le classifiche. Fantastica e mitica “A Night In Touch City”, qualcosa che chiunque sappia apprezzare il metallo classico (Iron, Scorpions, Judas…) non può non adorare. Dolcissima “Find Myself” prima della conclusiva “In The Shadow Of The Galley”, uno strumentale ricco di una tecnica che si abbandona agli anni ’70 con qualche accennoa teorie ambient, mettendo in mostra le superlative capacità tecniche di ogni singolo membro della band. Un sound vintage, che vuole essere senza tempo. Livello compositivo immenso, tecnica infinita. Vi piace il metallo? Il rock? L’heavy blues? Sentite la mancanza di tutto quello che sta -alfabeticamente- tra Accept e ‘Zeppelin? “Metal Marines” è ciò che fa per voi!

(Luca Zakk) Voto: 8/10