
(Naturmacht Prod) In quasi vent’anni di attività, questo è l’ottavo album della one-man band canadese, da sempre impegnata in un black atmosferico, riflessivo, innegabilmente disperato e depressivo. “Solitude”, fin dal titolo, evoca quei desolati – seppur affascinanti – paesaggi nordici, coperti dal ghiaccio, quasi a contrastare con il bianco la predominanza del nero di quelle notti artiche senza fine. C’è una forma di purezza nella musica che il mastermind Evillair compone e suona, c’è l’innocenza dell’abbandono alla forza mortale di una natura capace di seppellire sotto neve e brina ogni cosa, ogni esistenza, ogni fonte di luce, ogni barlume di speranza. Lacerante e suggestiva la opener “Whispers of the Frozen Abyss”, tendente all’infinito “The Howling Void”, subdolamente aggressiva “Echoes of a Dying Sun”. C’è un’oscura energia che alimenta il progredire di “Eternal Night’s Embrace”; sublime il pianoforte dello strumentale “As the Last Light Fades” posto in chiusura. Un calore musicale che è in palese contrasto con un sole che se ne è andato, con colori già pallidi tendenti all’oblio. Un album che tocca i sensi più remoti, che avvolge nel suo gelido abbraccio, così mortale eppur così incredibilmente vivo.
(Luca Zakk) Voto: 8/10
(NB: dei sei brani che la release dovrebbe contenere, il promo pervenutoci non comprendeva “The Sorrow of Eternal Frost”, brano che quindi non è stato valutato.




