(Dark Descent Records) Per la miseria, che album! Questi greci hanno fatto decisamente il botto con il loro debutto, non uso mezzi termini. Ma per capire un disco di questa fattura bisogna capire che certa gente, nel bene o nel male, crede fermamente in quello che scrive. E per queste persone la musica è uno strumento, una colonna sonora per un rituale. E la parola stessa ‘rituale’ impone una struttura di per sé ripetitiva, ciclica e autoalimentata. Ecco allora canzoni cadenzate, ritmi lenti e veloci che si alternano come le cantiche in una chiesa, quasi che ogni traccia fosse una preghiera, ma non indaghiamo a chi è diretta. La solennità tipica di un rito si sente tutta, soprattutto nella curiosa scelta di usare ben tre voci, tre toni diversi di blasfemia ed eresia. Un tripudio di malignità e terrore misto a devozione e servile prostrazione per un’opera matura e feroce, completa e molto basata sulla sensazione che a pelle comunica questo genere di musica. E credetemi, non è un caso che prima e ultima traccia di questo lavoro abbiano stessi suoni e stesso titolo. Mai come in questo caso, quando avrete finito l’ascolto potrete davvero andare in pace. Amen.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10