(Les Acteurs de L’Ombre Productions) La definizione è diretta: cult black metal… Basco! Tuonano infatti dalle terre Basche, nel nord della Spagna, questi demoni inferociti impegnati in un black metal senza fronzoli, senza rispetto, senza riposo… anche se emergono dei tratti atmosferici che escono un po’ dalla serrata quadratura del black old school di matrice nordica. Ovviamente, fedeli alla linea, cantano in basco, ovvero l’idioma pre-indoeuropeo di quelle terre… l’idioma delle loro origini, legato alle radici, un po’ ribelle… e dannatamente compatibile con l’essenza black metal! Il basco, infatti, è una lingua isolata, gli studiosi non sanno spiegarne esattamente le origini ed il suo lessico è costituito da una grande quantità di parte di parole la cui origine resta sconosciuta! Quale miglior approccio per una band impegnata in un black senza premura e decisamente molto poco amichevole? Lingua a parte, il black degli Numen è furioso, ma non nega affatto la strada di ottime divagazioni epiche, come si sente molto bene su brani quali “Lautada izoztuetan”. Intricata e seducente “Pairamena”, tanto senso tetro nelle evoluzioni cavalleresche di “Behin hilko naiz”, incisiva “Itzaletan solasean”, meravigliosamente folk la conclusiva “Itzaltzuko bardoari”, ovvero un brano acustico con una voce narrante in una lingua, che alle nostre orecchie, ha una sonorità decisamente iberica. I Numen ormai sono in circolazione da oltre vent’anni: questo loro quarto album dimostra un’integrità stilistica e culturale stupenda… una dimensione artistica che potrebbe fare molta invidia a tanti nomi noti provenienti dalla Scandinavia.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10