copnunslaughter(Hells Headbangers) Diciamocelo pure: gli americani Nunslaughter amano l’Italia. Noi sappiamo coccolarle, le band che meritano. Poi loro ci ripagano spesso e volentieri con calate puntuali nel nostro belpaese e/o con uscite discografiche ad hoc. E il gruppo in questione per fortuna usa entrambi gli espedienti per coccolare a loro volta noi, esigente pubblico italico. Spesso e volentieri infatti i nostri sciamano nella nostra penisola mettendo a ferro e fuoco i palchi che calcano, con responso del pubblico non indifferente considerato il genere “di nicchia” proposto e l’attitudine underground che li contraddistingue da sempre. E poi, come dicevo poc’anzi, ci sono le piccole chicche per collezionisti che vanno a comporre in questo caso una discografia sterminata: pensate che dal 1987 ad oggi solo quattro album, a fronte di un centinaio tra singoli, split, demo, live e compilation. Qui si va a recensire uno di questi cimeli: uscito in origine nel 2004, dalle cantine della Hells Headbangers viene riproposto su sette pollici il singolo “Burn The Cross”, qui presente in due versioni e con testi differenti: una cantata dalla voce storica di Don of The Dead, l’altra è stata affidata alla voce del batterista. Arricchiscono l’opera due brani inediti che suonano classicamente Nunslaughter e assieme alla doppia titletrack vanno a comporre la classica uscita dedicata ai fan incalliti che vogliono avere tutto dei loro idoli. Trascurabile per il resto dell’ignara umanità…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: s.v.