(Autoprodotto) Ascoltare un’opera degli Oscurum Malum è come andare a vedere un film di Nolan senza saper nulla sull’argomento trattato dall’opera o della storia che sta dietro la creazione dell’opera stessa: si rischia di non capire assolutamente nulla, uscendo dall’esperienza solo con la convinzione di aver visto/ascoltato qualcosa di sofisticato e fatto bene. Ecco quindi che, per apprezzare appieno “Phantasma” dovrete per forza andarvi ad informare un po’, siete avvertiti. Detto questo, la musica proposta è davvero molto complessa e particolare. Ricorda a tratti il Burzum più introspettivo, a tratti i Silencer, il tutto con un gusto per il ‘quasi’ cacofonico… Sì, perché comunque si ravvisa del metodo nelle composizioni, un disegno che organizza meticolosamente i suoni e non li lascia al caso, come un primo superficiale ascolto potrebbe suggerire… In definitiva, un’opera che unisce ed esplora i lati più estremi del black ma che si spinge anche oltre per essere un disco di natura anche filologica ed esperienziale.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10