(Season Of Mist) Quattro musicisti di diverse estrazioni  e con almeno tre di essi che hanno militato tra le file degli Obscura, si riuniscono sotto il nome di Obsidious e pubblicano il loro primo album, appunto intitolato “Iconic”. Javi Pereira alla voce e poi tre ex Obscura, Rafael Trujillo alla chitarra, Sebastian Lanser alla batteria e il bassista Linus Klausenitzer, sono i protagonisti di Iconic”, ovvero una magistrale versione prog del death/thrash metal ma nella sua forma melodica. Anzi, se le parti in growl fossero state eleminate e a favore di una totale espressione in clean o al massimo in scream da parte della voce, forse “Iconic” avrebbe avuto una dimensione più completa e ‘sofisticata’. Le atmosfere che aleggiano nei pezzi prendono a prestito da ambientazioni quasi futuristiche ma in uno stile alla Devin Townsend. Ritmicamente il lavoro di Sebastian Lanser è proverbiale, diventando un metronomo di stile alle variazioni strutturali e melodiche dei pezzi. Al di là di supreme melodie e atmosfere che avvolgono e contraddistinguono le composizioni, la musica suona per davvero come l’incontro creativo tra quattro musicisti. Ogni canzone propone un elemento generato dai quattro che completa un mosaico con il contributo degli altri. Attenzione però, l’album piace per il suo arrangiamento, per l’indiscussa abilità tecnica e mai esasperata dei singoli, mentre meno per canzoni distintive. Si riconosce che “Iron_Dust” è avvincente quanto però piena di allunghi e “Delusion” suona come una toccata e fuga che non mantiene poi alte le aspettative melodiche ma con un Javi Perera in grande forma. Forse “Nowhere”, a conti fatti, resta un momento notevole dell’album con la band vicina a un thrash metal con controtempi e sortite dispari che non appesantiscono più del dovuto la canzone. Tolte queste ultime considerazioni, gli Obsidious costruiscono attentamente ogni riff, parti di batteria ed elementi nei pezzi a dimostrazione di un’abilità tangibile.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10