(Century Media) Verrebbe arduo pensare che gli Oceans Of Slumber possano sbagliare un album. I precedenti tre, “Aetherial”, “Winter”, “The Banished Heart”, sono stupefacenti per il grado di arte che la band arriva a manifestare, nonché per come grazia, estetica e forza si fondono. L’incanto è da sempre Cammie Gilbert, la sua voce affatto metal giammai la si penserebbe lontana da questo prog metal che lontano da essa è. Eppure la Gilbert interpreta oppure esprime la sua vocalità in funzione della musica o contrastandola. Alla fine il risultato è sempre quello di un equilibrio con risvolti anche stupefacenti tra lei e i cinque suoi musicisti che mai sfigurano. In questo album omonimo accade nuovamente l’alchimia maestra, dove la band serpeggia tra scenari rock e metal, attraverso melodie ancestralmente universali. Il metal può essere modern, death, doom oppure una progressione che nasce in formati prettamente rock, eseguita con abilità e senza forzature. Album molto ampio, oltre i settanta minuti, forse non musicale nel senso letterale del termine. La musica è un divenire, un gioco di contrasti o di innamoramenti tra il cantato della Gilbert e le tessiture chitarristiche di Alexander Lucian e Jessie Santos, sospinte dai colpi ritmici di Dobber Beverly e le linee del basso di Semir Özerkan. Ad essi si aggiungono gli scenari delle tastiere di Mat V. Aleman, scenario, sfondo o collante di atmosfere per ogni situazione. L’alchimia non sprigiona canzoni epocali, intese nel formato radiofonico o banalmente pop, la band pare non interessarsi alla fruibilità di massa. Ogni composizione è di per se come una suite. Si ascolti “A Return to the Earth Below” che sembra la saldatura tra più pezzi di composizioni diverse. “To the Sea” possiede una melodia unica, epocale con la sua atmosfera corale vagamente Pink Floyd ultimi anni, per una canzone, quanto “The Red Flower”, che rappresenta fedelmente il sapere progredire della band nei pezzi. Con “Oceans of Slumber” la band plasma, stira, muta, crea osmosi e reazioni. Sfaccettature diverse, per il brillare di questa pietra generatrice di suoni.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10