(Scarlet Records) Terzo album e dai grandi scenari per i cinque Odd Dimension. Tra questi c’è il nuovo cantante Jan Manenti, proveniente da The Unity, che strabilia per le sue capacità e come le usa. Autori di un prog metal dai contorni ampi, in esso si ritrovano i Fates Warning, Ayreon ma anche i Rush, è definito da uno stampo melodico che suona con la stessa personalità della band. Un prog che si incatena a tematiche di fantascienza le quali poi hanno un risvolto sia filosofico che idealistico. “The Blue Dawn” è un concept basato su due viaggiatori in fuga che scoprono un nuovo pianeta sul quale ricominciare. Preponderanti le tastiere di Gabriele Ciaccia, soprattutto quelle dai toni ‘vintage’ che offrono quel lato che rientra nella tradizione. Le tastiere sono il vero flusso melodico sul quale armonizza o accompagna la sei corde di Gianmaria Saddi. La struttura ritmica è di Gigi Andreone, bassista che cuce contrappunti, e Marco Lazzarini, batterista infaticabile e preciso nonché poliedrico. Partecipano a questo variopinto percorso musicale, dalle grandi e ariose tinte melodiche Derek Sherinian, tastiere (ex Dream Theater) in “Mission n°773” e Roberto Tiranti, voce (Labyrinth) in “Flags of Victory”. Simona Aileen affianca in molti pezzi dell’album Manenti e la scelta di dare spazio a una doppia voce, femminile è perfetta. Del resto i personaggi chiave del concept sono Markus ed Eloise e per tanto voce maschile e femminile completano la fruizione della storia. Singoli musicisti eccellenti che completano un insieme, nel quale le melodie si ampliano e la musica diventa una cavalcata con strutture dall’architettura elegante.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10