(Avantgarde Music) Il mastermind degli Olde Throne, band neozelandese, ha vissuto in Scozia, ed è proprio l’atmosfera delle highlands l’elemento principale che continua a influenzare e ispirare anche questo nuovo, avvincente terzo album. “Megalith” ha richiesto due anni di composizione e porta il contesto storico che la band ama esplorare verso la preistoria (i due precedenti dischi puntavano a un’Irlanda del 19° secolo e a una Scozia tra il 17° e il 18° secolo), nell’era neolitica, attingendo a piene mani dalla mitologia celtica e narrando storie ambientate nell’antichità più ancestrale, fino a 10.000 a.C., storie esaltate dall’uso di flauti, del canto gutturale, di cori folk, di voci femminili e di percussioni tribali, quasi creando un black metal definibile proprio come ‘Black Metal neolitico’. Ma non siamo davanti a una band di black puramente folk, puramente ambient o comunque lontano da certe linee guida avvincenti: “Megalith” regala riff taglienti, passaggi ritmici con cadenze spacca vertebre, blast beats letali, linee vocali devastanti, con l’esaltazione suggestiva che i dettagli ‘neolitici’ sono in grado di offrire. Brani favolosi quali “Temple in the Sky” sono un biglietto da visita perfetto per raccontare la potenza sonora degli Olde Throne. Il suono è imponente: l’entrata in line up di Zannibal (Paisaunt, Sammale, ex Marrasmieli) ha portato un arricchimento consistente con chitarre melodiche, tastiere atmosferiche e linee di basso granitiche, intense, prepotenti, il tutto reso epico dal drumming dell’ospite Tim Yatras (Austere, Autumn’s Dawn). Concepito come un unico brano diviso in atti più che come un insieme di canzoni, “Megalith” è qualcosa nel quale immergersi, nel quale affogare alla ricerca di una nuova forma di respirazione, di percezione, di vita. Momenti epici sferzati da riff prepotenti, esaltazioni incisive radicate su un’essenza bestiale, quasi a ricercare l’origine antica della nostra esistenza animale. Otto brani portentosi, quasi tre quarti d’ora che un muro del suono impenetrabile trasforma in pura emozione, una pura consapevolezza di istinti ancestrali, creando un legame indissolubile tra ciò che siamo ora e quel che eravamo all’alba dei tempi.

(Luca Zakk) Voto: 9/10