(Pride & Joy) L’esordio dei tedeschi Once finirà per richiamare, fin dal nome della band, i Nightwish; ma questi ragazzi, per quanto non inventino nulla, non sono comunque dei cloni. “Awake”, infatti, propone la solita ricetta con un buon piglio: gioco alla Bella e la Bestia fra Alina Lesnik e Marco Paulzen, orchestrazioni potenti e cinematografiche, melodia più che potenza. Più particolare “The Allure”, con un dominante violino (di Shir-ran Yinon degli Haggard) che sa di fiaba; ma non è niente rispetto all’atmosfera burtoniana della ‘ballad’ “Distorted Smiles”. Potente, alla Epica “The Hour of Eden’s Fall”; i due brani “Phenomena” e “The Sins of Saints” costituiscono un unicum estremamente teatrale, che non disdegna peraltro passaggi veloci e tecnici. Gli oltre dieci minuti di “The final Stage” si muovono sempre all’interno delle coordinate del genere, con altri momenti cinematografici alla Danny Elfman, ma sempre privi di quel ‘quid’ che possa far davvero notare il disco. Il lungo “Epilogue (A Memento of our Hiraeth)” è invece pura magia orchestrale, per quanto non abbia nulla a che fare con il metal. Peccato che i promopack non contenga alcun riferimento alla storia narrata. Il materiale c’è, ora sta agli Once affinarlo per affermarsi.

(René Urkus) Voto: 7/10