(earMUSIC) Il caso ha sempre giocato un ruolo importante nella storia del rock. È il caso degli Once Human, nati nel 2014 per mano di Logan Mader (ex-Machine Head, ex Soulfly) e la allora sconosciuta Lauren Hart (che nel tempo è poi diventata anche live session per i Kamelot!); Laura fu presentata a Logan da Monte Conner (ex vice presidente della Roadrunner Records) per una produzione… ma l’incontro portò invece alla fondazione di una nuova band, ora giunta al terzo album il quale giunge cinque anni dopo l’ultimo lavoro in studio (quattro, se consideriamo il live del 2018). La bellissima Lauren Hart dissocia la sua attraente presenza dalla sua performance grazie ad uno stile vocale letale, un growl furibondo e violento, ormai il marchio di fabbrica del groove death metal del quintetto di Los Angeles. “Scar Weaver” mostra una band in perfetta forma: brani taglienti, aggressivi, ricchi di dettagli tecnici, con una Lauren immensa che a volte lascia da parte la violenza del growl per regalare delle clean comunque taglienti, sempre aggressive, ma decisamente più atmosferiche. Drammatica la opener “Eidolon”, grande performance della vocalist… e del bassista! Irresistibile e con un refrain letale “Deadlock”. Ci sono delle aperture verso un death più.. doomy e, grazie a Lauren, vagamente nu-metal sulla title track, mentre con “Bottom Feeder” la front woman offre ancora un altro punto di vista della suo ampio range vocale… cosa poi amplificata con l’ottima “Erasure”. Con “Deserted” l’intera band evolve verso un genere molto più tecnico e ricercato, cosa poi ribadita sulla favolosa “Cold Arrival” e la stupenda “Only in Death”, il capitolo finale dell’album. Riff spaccaossa, intensi, prepotenti… aperture melodiche grandiose, esibizioni tecniche tutt’altro che scontate: gli Once Human non prendono prigionieri con questo nuovo lavoro, non solo dimostrano che la coppia Logan/Lauren funziona a meraviglia, ma si presentano come una intera band compatta, efficace e semplicemente travolgente!

(Luca Zakk) Voto: 8/10