(autoproduzione) Nuovo EP, dopo un anno dal precedente. Il tempo è servito agli Oryzon per concepire dell’ottima musica, anche se confinata in soli cinque pezzi. Il nuovo lavoro degli Oryzon si presenta bene: una copertina geometricamente astratta, una confezione decisamente elegante e funzionale. Anche l’occhio vuole la sua parte. I contenuti musicali metterebbero in difficoltà chiunque, nel doverli descrivere. La musica degli Oryzon è tosta, sfumata dall’alternative rock fino alle soglie del metal. Apre la titletrack: un crescendo corale con feedback, poi la cassa batte solitaria e le schitarrate introducono ad un  rock robusto, discinto, adrenalinico. “Taste the Flavour” è una canzone trascinante. “You” si fonda sul ritmo, sul basso denso e sonoro. “The Happiness Land (Where the End Has No End)” mette maggiormente in risalto quel lato triste, o malinconico che sia, degli Oryzon. Questi ultimi pezzi sono quelli che richiamano le tendenze più “consumistiche” nella loro musica, anche nelle influenze possibili (i Muse, in particolare), ma “What Is It” invece musicalmente degenera i propri suoni in distorsioni ricche di pathos e grandezza, mentre Federico Minini è vocalmente impegnato a tessere la melodia portante. Chiude “A Song for the End”, canzone ruvida e con flebili echi di psichedelia remota. “Taste the Flavour” contiene un sound d’impatto, estremamente rock, incollato alla melodia (però sempre troppo decadente). Gli Oryzon si esprimono ad un livello ottimale, denotano la cura per le loro cinque figlie e nonostante queste completino un EP, il piacere nell’ascolto è appagante.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10