OSSELTION – “Last Words”

(SG Records) Provengono da Macerata gli OsseltioN e soprattutto dall’idea di Ulag (No Lost, Slaves,KaosEngine, Scala Mercalli, Feasting, Hoxxis), chitarra voce e synth. Col tempo si sono poi affiancati all’artista il bassista Grak (KaosEngine, Scala Mercalli ) e il batterista Reglud. Un trio dedito al death metal vecchio stampo di novantiana memoria. Un death metal che alterna blast beat serrati a parti in cui le melodie in swedish style erompono spesso da quest’atmosfera cupa, nella quale le tinte dei synth aumentano il clima nero e malvagio e in questo contribuisce anche Il growling cavernoso di Ulag. Alcuni frangenti di questo lavoro hanno un andamento dalle strutture più elaborate (“Speed Crusher”, “Within”), rimarcando vagamente i Death. Stupisce la batteria per quel suono artefatto e impersonale: doppia cassa eccessivamente triggerata e un rullante che suona torvo e compresso. Insoddisfacente, ma non l’impegno di Reglud sempre pronto a dare il tempo al riffing. Gli OsseltioN vogliono provare a dare un tocco sperimentale alla propria musica, ma non lo fanno mai fino in fondo. L’episodio in stile techno posto al centro di “Psychotic Frames” non basta. “Last Words” si avvale anche del contributo di qualche musicista ospite, come il chitarrista Daniele “Alien” Ciabocco (Crehated), assolo in (“Whithin”), Fabrizio Cappella, seconda voce in quell’atto di lucida violenza che è “Chains of Iconoclast”; altro assolo illustre è quello di “Speed Crusher”, da parte dell’Ibridoma Christian Bartolacci, e poi Marco Jena Castagnini e Xenon, altri due suoi amici dell’era Scala Mercalli/ChaosEnginee e l’altro Scala Mercalli il chitarrista Riccardo “Wolf” Ricci con l’assolo in “Different Vision”. L’impressione è che “Last Words” possa piacere immediatamente all’appassionato medio del death metal. Con una maggiore coinvolgimento dei synth e un pochino di decibel in più il prossimo lavoro potrebbe anche essere una piccola gemma nera, se concentrasse ancora di più quella tendenza di alcune melodie a presentarsi come colonne sonore di rituali esoterici.