(Nordvis Produktion) Debutto omonimo per questo nuovo progetto musicale. Le notizie sono schiette e non interessanti: progetto polacco, one man band… unico membro un certo The Fall. Ma se indaghiamo un pochino, questo signore è batterista e bassista dei Medico Peste, batterista, bassista e voce di Owls Woods Graves… poi ha militato nei Mord’A’Stigmata ed infine è pure il bassista dal vivo dei misteriosi connazionali Mgła… pertanto non si tratta certamente di un neofita qualunque, anzi! Musicalmente si sente benissimo l’origine culturale dell’artista, in quanto le similitudini per esempio con i Mgła esistono, solo che in questo caso o siamo molto più veloci o decisamente atmosferici, grazie anche a intermezzi di chitarra acustica molto evocativi, che un po’ riportano ai Mord’A’Stigmata. Solo quattro brani, ma dalle durate corpose regalano oltre mezz’ora di musica ad altissimo livello, musica che nonostante l’abbondante violenza ed il growl tuonante, invita alla riflessione piuttosto che ad una sana violenza da concerto. L’album (o EP?) apre con la lunghissima “Battle of Heaven”: un mix di black antico, di black melodico, con un drumming possente, pesante, tetro ed occulto, fino alla parte finale lenta, acustica, estremamente cupa e decadente. Più tirata, ma con ottime parentesi catchy ricche di pulsazioni, la devastante “Ghosts Lay Eggs”. Il tremolo su “Prophet of the Winter” riporta ad un black più puro e tradizionale, un black che si alterna a lunghe sezioni arpeggiate, lente, pregne di suggestivo mistero. Ottimo il tappeto ritmico furioso che si sottopone a singing corali sulla conclusiva “Never Again Will They Hunger“, altro brano ricco di riff ossessivi ed assolutamente coinvolgenti. In un certo senso questo debutto è un riassunto di tutti progetti nei quali l’artista è coinvolto… ma è un riassunto che prende nuova vita, nuova dimensione e nuova direzione artistica. Black glaciale ma fumoso, feroce ma infinitamente seducente.

(Luca Zakk) Voto: 8/10