(InsideOut Music) Il prog non si ferma… o sì? Fin da quando è nato, questo sottogenere si è sempre distinto per la forte componente tecnica e per la voglia di innovare, salvo poi stagnare sui medesimi suoni in gran parte dei gruppi. Alcuni però si sono sottratti da questa regola e di sicuro i Pain Of Salvation fanno parte di questa sparuta categoria. Al loro undicesimo album si può assistere all’ennesima svolta musicale, dove la musica proposto trascende ormai i confini che dividono i vari generi. E su tutta l’opera si staglia l’eclettica quanto convincente e personale voce del cantante, sempre in grado di sorprendere gli ascoltatori, che ad ogni opera degli svedesi pensa ormai di conoscerli. “Panther” è un disco piuttosto ‘sgraziato’ nella sua discontinuità, eppure proprio per questo si tratta di un’opera molto accattivante e complessa, in grado di incollare letteralmente l’ascoltatore, grazie ad arrangiamenti assurdi e imprevedibili, che sfuggono alla normale struttura canzone. Certo, si tratta di un concept, ma la continuità delle composizioni sta nei testi, non certo nella varietà dei brani. Ecco quindi la necessità tassativa di armarsi del booklet e immergersi nel mondo visionario di questi folli musicisti, in grado di ridefinire i già vati confini del prog.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 8,5/10