(Nordvis Produktion) Album che in qualche modo esiste da tempo, che ha seguito un percorso di crescita durato quattro anni. Siamo nel versante acustico in stile dark americana di Austin Lunn, il quale, come fece in occasione di “The Scars of Man on the Once Nameless Wilderness, Part 2” (2018), lascia il black metal a favore di queste sonorità intime, solitarie, malinconiche e totalmente folkloristiche. Se la seconda parte del disco del 2018 era quasi un esercizio di stile, questo “Laurentian Blue” è invece pura ispirazione, un disco che si erige su tristezza, su angoscia, su depressione, su vicende negative che hanno segnato la vita dell’autore il quale esorcizza, lascia andare, uno spazio pacifico nel quale processare tutte queste esperienze toccanti, per andare oltre, per risvegliarsi il giorno dopo con nuovi obiettivi, nuovi sogni, lungo nuovi sentieri inesplorati… cosa che la opener “A Liberation Song” mette subito in chiaro, quasi strizzando l’occhio a Johnny Cash. Sognante “The Poetry in Roadkill”, irresistibile “Ever North (Laurentian Blue)”, bellissima la cover di “I Want to Be Alone (Dialogue)” di Jackson C. Frank. Struggente “Flowers in the Ditch”, mentre brani quali “An Argument with God” si rivelano geniali, toccanti, teatrali, tanto da avvicinarsi ad un altro genio del genere, ovvero Denver Broncos UK e Slim Cessna’s Auto Club. È un tripudio di banjo, violini e folk “Irony and Actuality”, emerge malinconia che guarda avanti con ottimismo su “Down Along the Border”. In chiusura i pezzi concepiti più recentemente: la forza sognante di “This Mortal Coil Is Rusted”, la delicatezza di “Broken Bars” e la semplicità travolgente della conclusiva “Ely in the Dark”. Musica ispirata, composta nei pressi della Superiore National Forest del Minnesota settentrionale, posto nel quale Lunn si è poi trasferito definitivamente, per stare vicino alla natura delle Boundary Waters, una natura selvaggia che da sempre domina le sue composizioni. La pace, la sublime solitudine di quei luoghi, bellezza incantevole dei paesaggi circostanti, convergono con armonia e naturalezza nella musica, dando vita ad un disco di austera bellezza e profonda spiritualità.
(Luca Zakk) Voto: 9/10