(Ripple Music) Il calore di questa band tedesca si sviluppa dal 2019, attraverso un primo album omonimo, un secondo realizzato durante gli anni pandemici e dal vivo in studio. Adesso questo calore è sprigionato da “Rumble & Roar”. I Paralyzed sono un quartetto che implementa hard & heavy, rock-blues e stoner ispirato a una matrice settantiana o degli ultimi anni sessanta, soprattutto vincolati all’epopea statunitense. Tra batteria tosta e battente, chitarra ritmica cadenzata e ipnotica, di Caterina Böhner, anche organista, e riff arditi e arzilli di Michael Binder, anche voce roca, vissuta, alcolica, si ha l’impressione di assorbire i The Doors, e non poco, gli Steppenwolf, addirittura quei sublimi dei Canned Heat e roba simile. Anche inglese magari, tipo i Rolling Stones e i Black Sabbath. Il tutto attraverso un fluire amalgamato e definitivo. Un insieme che non sarebbe necessario rettificare o valutare diversamente. Insomma, gli ideali teorici alla base del rock, hard rock, heavy metal e tutto il resto, ripresi e messi insieme in un quadro di stile ruggente, ben registrato e dinamico. Un dinamismo al quale partecipano Philipp Engelbrecht, basso, e il batterista Florian Thiele che insieme tengono unito questo livello che incrocia i solismi di Binder, il suo ruggire a tratti morrisiano ma ben più roco e il metronomo melodico infuso dalla Böhner. Circa quarantadue minuti di buon umore, di evasione, energia, ricordi e sostanza. Perché al di là dei nomi coinvolti per dare una parvenza di come suoni “Rumble & Roar”, di concretezza e piacere in questo terzo album dei teutoni ne è pieno.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10