(Noise Appeal Records) Gli austriaci Phal:Angst escono dalla comfort zone della loro label underground Bloodshed666 Records e, per il quinto album, si affidano alla sempre connazionale Noise Appeal Records (la quale compie 20 anni), sempre legata all’underground, ma decisamente più visibile e prolifica. “Whiteout” è oscuro, è tetro, è malinconico, un post rock analog-elettronico, industriale in modo disturbato, meravigliosamente uggioso, un cosmo pieno di sonorità delicate, lente, profonde, infinitamente introspettive. Una band strana e molto alternativa che trova radici nel punk/hardcore fatto in casa degli inizi degli anni 2000, deviando poi verso lo stile attuale ed affermandosi come band totalmente indipendente, dalla composizione alla pubblicazione digitale attraverso risorse privare, specialmente la piattaforma non commerciale ‘med-user.net‘ creata dall’attivista Angst, il membro della band che si occupa dei suoni elettronici. L’attivismo di Angst si espande, diventa contenuto politico e approda alla musica dei Phal:Angst, anarchici, palesemente ribelli, decisamente controcorrente, poeticamente affascinanti. Musica che diventa il fratello decadente delle sonorità degli Ulver, passando per dimensioni occupate da Neurosis, pure da Godflesh se vogliamo, specie per quanto riguarda l’incisivo incedere ipnoticamente ossessivo. Sonorità individualiste, esplicitamente idiosincratiche, fuori dagli schemi prevedibili, ricche di beat, di avvolgente atmosfera a tratti cinematografica, di samples vocali che sembrano materializzarsi nell’etere provenendo da un nulla immateriale, sconfinato, appartenente a confini siderali. E dentro questa immensa esperienza sonora, come se non bastasse, ci sono anche due versioni remix… una delle quali porta la firma dell’emblematico Lustmord. Dietro un artwork basato sui lavori dell’iconico fotografo Kurt Prinz, dentro queste prese di posizione, questa nebulosa tetra ed uggiosa, ecco che emerge con prepotenza il lato romantico, elegiaco, immensamente ispirato e deliziosamente suggestivo. Oltre un’ora tanto invitante quanto impegnativa: musica che scorre lenta, insinuandosi nella mente, nella psiche, nella carne… provocando, stimolando. Esigendo.

(Luca Zakk) Voto: 9/10